ni Haut ni Bas

18 Settenbre / 31 Ottobre 2014



http://www.artwort.com/2014/09/18/arte/ni-haut-ni-bas-antroporfismo-informe-in-mostra-prato/

http://www.distrettoparallelo.it/event/ni-haut-ni-bas-una-mostra-sullantropomorfismo-e-linforme/

http://ed-histart.univ-paris1.fr/documents/pdf/HiPaM%204%20novembre.pdf



NI HAUT NI BAS

Artisti: Chiara Bettazzi, Marie Cousin, Lek Gjeloshi, Rachel Morellet, Ibrahim Nasrallah e Bärbel Reinhard


Il progetto espositivo, che coinvolge sei artisti internazionali che operano a Parigi e in Toscana, propone una riflessione su concetti quali Antropomorfismo e Informe. L’intento è quello di provare a leggere l’opera d’arte come documento che si svincoli da ogni processo di canonizzazione per esaltare una ricerca libera da precetti. Le molteplici posizioni presentate, che si definiscono come potenziali prospettive di rappresentazione, si situano all’interno del dibattito che vede confrontarsi l’attitudine alla modellazione umana della realtà (antropomorfismo) e l’esaltazione del carattere informe di quest’ultima (informe). A partire dalle teorie del Surrealismo dissidente di Georges Bataille, fino ad arrivare alle più recenti posizioni storico-artistiche di Georges Didi-Huberman, è nato un lavoro di ricerca che ha permesso di allestire opere scultoree, fotografiche e installative che fanno perno sull’oscillazione di tali concetti e sulla loro continua ridefinizione. Una sala della mostra, vero e proprio “laboratorio riflessivo”, ospita i materiali dell’analisi teorica e si inserisce all’interno di un percorso espositivo che viene inteso come circolare, privo di un inizio e di una fine. Per questo sono stati uniti, in un unico evento, gli spazi espositivi LATO e MOO, nonché lo spazio fisico che le separa: la città di Prato. L’esposizione diviene così percorso da esperire sia nel suo insieme che frammentariamente, sia in un unico momento che in tempi diversi. La città viene “messa in mostra” e contribuisce, grazie anche all’esperienza di ogni singolo visitatore, ad alimentare la riflessione critica proposta dal progetto espositivo.

Alessandro Gallicchio